Complessivamente sì, ha in sostanza detto il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, alla presentazione della relazione annuale del 23 giugno scorso. “Il 2014 è stato un anno buono”, ha detto Rossi. “La raccolta premi è aumentata del 20 per cento rispetto al 2013 (anno già peraltro buono), arrivando a 150 miliardi e una quota sul Pil pari al 9 per cento”. Dunque, “la crisi del biennio 2011-2013 è superata”, è stata la sentenza del presidente.
Tuttavia il mondo assicurativo è impegnato nella non facile transizione dalle norme di Solvency 1 quelle di Solvency 2, di cui peraltro non si conoscono ancora tutti i dettagli (“Siamo ancora in mezzo al guado”). “Ma le indicazioni che sono arrivare alla fine dello scorso anno dalla vigilanza – ha detto Rossi – sono positive”: Solvency 2 corrisponderebbe oggi per il sistema assicurativo italiano a più del doppio rispetto al requisito minimo.
Non tutto è oro quel che riluce: se è vero che il sistema assicurativo sembra ben posizionato nel suo complesso quanto a requisiti di capitale, non così è indifferentemente per tutte le società del settore. “Le imprese che avrebbero bisogno di una ricapitalizzazione – ha detto Rossi – corrispondono a circa il 3 per cento del mercato”. Ma quali sono? Rossi ovviamente non poteva dirlo, ma fra gli osservatori si è scatenata la caccia alle aziende sottocapitalizzate, evidentemente da ricercare fra quelle più piccole.
C’è però un rischio anche per le imprese più solide e strutturate e dipende dal perdurare dei bassi tassi d’interesse: “La presenza di bassi tassi influenza negativamente le compagnie italiane”, ha detto Rossi. Per evitare di assumere eccessivi rischi, quindi, le imprese assicurative italiane stanno spingendo sempre di più le polizze vita unitlinked (che sono effettivamente dei fondi d’investimento mascherati da prodotti assicurativi), con l’effetto di spostare il rischio dalle compagnie agli assicurati. Ma così, ha fatto capire il presidente dell’Ivass, viene meno la mission storica delle assicurazioni, che è quella di assumersi i rischi nel lungo termine che gli assicurati vogliono trasferire loro.