Per mesi, anzi anni, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha insistito  molto sulla necessità di ricalcolare le pensioni in essere sulla base del sistema “contributivo”. Lo scopo sarebbe stato quello di “tassare” in parte le pensioni più elevate, dopo aver verificato la differenza a favore del pensionato per il cui calcolo era stato utilizzato l’allora in vigore e più favorevole sistema “retributivo”. Un contributo di solidarietà, aveva detto Boeri: “Non per soldi ma per equità”, aveva più e più volte ribadito, cogliendo ogni occasione per ripetere questo concetto in interviste, dichiarazioni, insomma , con tutte le arti della comunicazione che un personaggio importante come il presidente dell’Inps sa maneggiare.
All’esterno, solo un commento veramente aspro: “Una vera e propria ossessione”, aveva detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Dal governo erano arrivate blande prese di posizione contro questa eventualità. Finché, a settembre 2016, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha detto parole chiare, che conviene qui riassumere:
1.    "Questo tipo di ricalcoli non è semplicissimo” – ha detto Nannicini – richiede molte ipotesi e molti dati. E devi stare molto attento perché non si riesce a fare con il bisturi del chirurgo questa distinzione un po’ intellettualistica”. In sostanza il sottosegretario ha detto a Boeri che un ricalcolo di questo tipo, lungi dal poter essere eseguito con un metodo “scientifico”, è in realtà frutto di ipotesi e dati – alcuni dei quali irreperibili, hanno fatto notare molti esperti – possono essere ricalcolati solo “a spanne”.
2.    Nannicini calcola anche i rischi cui si esporrebbe il governo se desse retta a Boeri: “Con questo ricalcolo rischi di fare danni. Rischi davvero di tagliare pensioni alte ma meritate, oppure di toccare pensioni che sono generose rispetto ai contributi versati ma sono basse". Tali sono, ad esempio, le pensioni di artigiani e commercianti che, se dovessero essere ricalcolate con il metodo contributivo, sarebbero almeno del 40 per cento più basse, pur essendo esse stesse basse in valore assoluto.
In definitiva, secondo Nannicini, "il rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate è troppo grosso. Abbiamo deciso di fermarci".
Parole chiare, quelle di Nannicini. Vediamo se saranno in grado di fermare la loquacità di Boeri. O se quest’ultimo, come sostiene qualcuno, è stato messo lì da Renzi e prima o poi la sua “ricetta” sarà ripescata. Magari dopo che le elezioni generali avranno dato a Renzi una maggioranza bulgara in parlamento.

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